La descrizione degli interventi realizzati in Iraq, e in particolare in Kurdistan – che ci ha presentato in un paio di conviviali il medico Marzio Babille - sono il racconto di una sfida quotidiana, della più alta delle sfide: salvare vite, aiutare il fiume di esseri umani in esodo. Arrivare, raggiungerli, soccorrerli, ma non domani o fra una settimana. La salvezza della vita conosce solo il tempo presente.
Il progetto del Rotary Trieste mira a dare un piccolo ma importante contributo a questa grande tragedia umana con particolare attenzione alla comunità Yazida.
Questa popolazione pacifica che vive nel nord dell’Iraq a Sinjar sta vivendo una tragedia terribile: le loro case sono state distrutte, le donne rapite come schiave sessuali dal nuovo stato islamico, i bambini usati come scudi umani. Il genocidio del popolo Yazida è ormai riconosciuto a livello internazionale.
Il service del Rotary vuole aiutare a sostenere bambini della comunità yazida gravemente malati e destinati a morte certa se rimangono nei campi in Iraq facendoli venire a Trieste per curarli ed offrire loro una nuova speranza di vita.
La Fondazione Luchetta, alla quale il Rotary ha donato 10.000 euro di contributo, provvede alla realizzazione di tali interventi, all’alloggio e al supporto logistico operando in stretta collaborazione con l’ospedale infantile Burlo Garofalo di Trieste, presso cui sono cura i bambini yazidi.
Nel contempo, il service rotariano ha avviare un momento di sensibilizzazione sociale e culturale verso problemi drammatici che il mondo sta vivendo con una escalation impressionante, quali genocidi di popolazioni indifese, sfruttamento sessuale e schiavitù di donne, uso dei bambini quali scudo umano.