Un pranzo intenso, sia nei valori che nei sapori, quello della conviviale del 23 gennaio scorso.
Inedita sede il dormitorio di via Udine, importante elemento della Comunità di San Martino al Campo dove la parola accoglienza trova la sua traduzione più concreta nell’opportunità di un tetto, di una doccia, di un cambio d’abiti e di due pasti caldi, a colazione e cena. Di quella normalità che per le persone in condizioni di estremo disagio sociale è a tutti gli effetti un miracolo.
La conviviale, che ha riunito intorno alla stessa tavola i soci rotariani e i volontari del centro (tra i quali la socia Maria Cristina Pedicchio, da tempo impegnata “sul campo”) è stata un’occasione per conoscersi e conoscere da vicino le attività di questo “service” perpetuo dove “l’impegno – ha raccontato Fabio Denitto, coordinatore dei volontari - è anche quello di infondere speranza, calore, cercare di creare un clima di famiglia per coloro che ne sono sprovvisti, per vari motivi”. Senza giudicare.
Claudio Calandra, presidente della struttura di accoglienza, ha sottolineato il forte legame tra l’ambiente del Rotary Club Trieste e la Comunità di San Martino: “Un rapporto concretizzatosi anche con il contributo ricevuto lo scorso anno fondamentale per fare fronte alle notevoli spese che regolano una comunità variegata come la nostra. Le esigenze sono infatti tante, alla luce anche dell’importante traguardo di quest’anno, quello del cinquantenario dalla fondazione del centro. Un compleanno che intendiamo celebrare con una serie di articolate iniziative, rivolte a tutta la cittadinanza”.
Alla fine del pasto, molto apprezzato dai soci, il presidente del Rotary Francesco Granbassi ha consegnato a Calandra un contributo del Club – l’equivalente del costo di una conviviale al Savoia - a favore della mensa del dormitorio e di casa Samaria.